Disinfestazione formiche
Nell’ambiente urbano la formica dalla testa rossa, Crematogaster scutellaris, chiamata anche “formica acrobata” per l’abitudine di ripiegare l’addome sopra il capo mostrando l’aculeo, è una specie molto comune e particolarmente invadente. All’esterno i nidi vengono costruiti in alberi morenti e ceppi di legno, sotto le cortecce e le pietre del giardino, nelle fessure del muro; è piuttosto comune che vengano utilizzate gallerie precedentemente scavate da altri insetti del legno oppure piccole cavità già preesistenti.
Di conseguenza le infestazioni al legno posizionato in opera sono facilitate se questo risulta degradato, umido e attaccato da funghi: sono considerati a rischio telai di porte e finestre, travi, sottotetti. Inoltre, durante la bella stagione, quando il formicaio deve aumentare di dimensioni, le operaie possono velocemente intaccare e rovinare il materiale isolante della struttura stressa. Una caratteristica di questa formica è la capacità di creare dei nidi satelliti o temporanei: infatti una colonia matura di grandi dimensioni, anche se monoginica, può dare origine a diversi nidi più piccoli, collegati fra loro e posizionati in siti molto favorevoli. Ciò risulta evidente dalle file di operaie che durante la bella stagione sono in grado di percorrere lunghe distanze, magari spostandosi sui muri fra il giardino e la parte superiore dell’edificio. La dieta è onnivora, con consumo, in alcuni periodi dell’anno, di piccoli invertebrati, anche già morti,. Tuttavia viene particolarmente apprezzata la melata, prodotta in natura da numerosi insetti fitofagi.
Quando si decide di intraprendere la lotta contro questi insetti sociali, spesso i risultati sono deludenti oppure di breve durata. La commercializzazione di un nuovo prodotto professionale (Fourmidor – esca zuccherina in gel liquido) ci ha indotto a provarlo direttamente sul campo in due situazioni differenti e verificare la sua eventuale efficacia su questa specie.
In un’abitazione privata, lunghe colonne di operaie, protette da una rigogliosa vite canadese abbarbicata sul muro esterno, salivano lungo le pareti per raggiungere il tetto e le travi del soffitto. Abbiamo così deciso di inserire alcune goccioline di esca nelle ascelle della pianta, sul ramo utilizzato dalle formiche per raggiungere il nido. Dopo un breve periodo di indecisione, gli infestanti hanno gradito il trattamento. Nei giorni successivi si sono trovati numerosi cadaveri, anche all’interno dell’abitazione, e dopo circa 3 settimane il problema è quasi scomparso.
Nell’altro caso, ispezionando per controlli di routine un contatore dell’Enel e un cancello elettrico adiacente, grande è stata la sorpresa nel trovarli occupati da un nido, con presenza di operaie, uova, pupe. Il gel (10-15 goccioline) è stato così posizionato lungo i bordi delle piccole cavità infestate e in poco tempo la popolazione è crollata drammaticamente.
Naturalmente queste semplici esperienze non ci permettono di affermare che Crematogaster scutellaris può essere facilmente controllata, anche perché il successo dipende da tanti fattori (importanza numerica della colonia, contesto ambientale e distanza del nido principale dall’area trattata, preferenze alimentari nel breve periodo, ecc.). Tuttavia risulta evidente come in particolari contesti le esche in gel possano determinare un valido contributo anche all’esterno nella lotta contro questa particolare formica.